“Sexting”: cos’è? Quando è legittimo e quando è illegale e per quali reati. Account falsi sui social per adescare minori: per il Tribunale di Trieste reato di sostituzione di persona se sexting con le foto del figlio
Per “sexting” si intende l’invio di messaggi di testo o contenuti multimediali sessualmente espliciti, tramite il cellulare e tramite internet.
1. PERCHE’ “SEXTING”?
Si tratta di un neologismo anglosassone che nasce dalla fusione delle parole inglesi sex (sesso) e texting (inviare messaggi con strumenti elettronici).
2. “SEXTING” LEGITTIMO
Quando l’invio reciproco di messaggi o contenuti multimediali sessualmente espliciti, viene praticato in modo consenziente e con esclusione delle diverse degenerazioni di seguito indicate sinteticamente e più puntualmente trattate ed approfondite nell’articolo, in data 20 dicembre 2021, di Marco Martorana, in “Altalex” web.
3. “SEXTING” ILLEGALE
Di conseguenza a quanto sopra, è evidente che non può sussistere e non si può parlare in senso general-generico di “reato di sexting”.
Invece e come avviene sempre più spesso, è possibile che queste condotte costituiscano, a seconda dei casi e delle circostanze fattuali, una pluralità di reati, anche particolarmente gravi, in primis quando coinvolgono dei minori.
Per una disamina delle diverse ipotesi di reato, rimando al citato articolo di Marco Martorana.
In particolare, si tratta dei reati di:
- Pornografia minorile ex articolo 600-ter codice penale.
- Violenza sessuale ex articolo 609-ter codice penale.
- Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti ex articolo 612-ter codice penale (c.d. “revenge porn”);
- Sostituzione di persona ex articolo 494 codice penale.
4. TRIBUNALE di TRIESTE, SENTENZA n. 681.2021
Il Tribunale ha condannato, per il reato di sostituzione di persona, un uomo che, facendosi passare per un ragazzo di 20 anni utilizzando la foto del proprio figlio adolescente e un nome di fantasia, aveva avviato una sorta di “relazione” a distanza con una ragazza con disabilità, poi sfociata nella richiesta di foto e video a contenuto sessualmente esplicito.
Oltre al già citato articolo di Marco Martorana, rinvio anche al testo integrale della sentenza del Tribunale di Trieste.